Avere potenza a sufficienza per ricaricare il proprio veicolo elettrico è una preoccupazione di molti elettromobilisti. Questo articolo è pensato per rispondere alle domande più frequenti:

  1. Qual è la potenza necessaria per ricaricare un’auto elettrica a casa?
  2. Posso ricaricare l’auto con il mio normale contratto da 3 kW?
  3. Quali sono le soluzioni per evitare di dover aumentare la potenza del proprio contatore?
  4. Come posso richiedere un aumento di potenza?
  5. Che cos’è la Sperimentazione Arera?

La cosa migliore da fare per sapere se il vostro impianto elettrico è in grado di alimentare una stazione di ricarica è consultare un elettricista esperto in materia. ChargeGuru offre un consulto tecnico gratuito ai propri clienti.

Qual è la potenza necessaria per ricaricare un’auto elettrica a casa?

La potenza di ricarica delle auto elettriche 

Le stazioni di ricarica installate presso la propria abitazione, chiamate anche “wallbox”, possono ricaricare a diverse potenze: 3,7 kW, 7,4 kW, 11 kW o 22 kW.

Le “wallbox” erogano corrente alternata (AC), diversamente dalle colonnine rapide installate nelle piazzole delle autostrade che utilizzano corrente continua (DC).

Le colonnine con potenza da 3,7 kW e da 7,4 kW prevedono un collegamento monofase (230V) mentre quelle con potenza da 11kW e da 22 kW ne hanno uno trifase (400V). Si capirà più avanti perché è importante sottolineare questo dettaglio. 

>> Approfondimento: Come scegliere il dispositivo di ricarica per auto elettriche?

Posso ricaricare l’auto con il mio normale contratto da 3 kW?

La potenza del contatore domestico

La potenza del vostro contatore, anche chiamata potenza impegnata, è la potenza massima che potete utilizzare nella vostra abitazione.  Se viene superata, l’impianto elettrico salta. La potenza del contatore è espressa in chilowatt, il cui simbolo internazionale è “kW”. 

La maggior parte degli impianti domestici hanno una potenza impegnata di 3 kW e sono alimentati a 230V, tramite il sistema monofase; tuttavia diversi utenti hanno nel tempo richiesto contratti con una potenza maggiorata, ad esempio da 4,5 kW oppure 6 kW, magari per alimentare il sistema di condizionamento oppure altri elettrodomestici come i piani di cottura ad induzione.

Contratto di fornitura e potenza del contatore

In generale, una maggiore potenza impegnata determina anche un leggero aumento dei costi fissi della bolletta dell’elettricità, per cui si richiede l’aumento di potenza quando è realmente utile.

La potenza del contatore è determinata dal contratto di fornitura che sceglierete. Il prezzo della fornitura differisce a seconda della potenza scelta che viene normalmente indicata sulla bolletta dell’energia elettrica

Contatore monofase o trifase

Monofase e trifase sono due sistemi diversi per trasportare l’energia elettrica. Senza entrare nei dettagli, è sufficiente sapere che i sistemi trifase sono generalmente utilizzati con livelli di potenza più elevati e che comportano costi un po’ maggiori quando si effettuano lavori elettrici.
Ad esempio, un contatore domestico da 3 kW sarà sempre monofase (230 V), mentre uno da 15 kW sarà sicuramente trifase (400 V). Tutti i veicoli elettrici si possono ricaricare sia in monofase che in trifase, ma il livello di potenza massima a cui si ricaricano è normalmente diverso: ad esempio è molto frequente avere una potenza massima di ricarica in corrente alternata (AC) da 7,4 kW in monofase e 11 kW in trifase.

Quali sono le soluzioni per evitare di dover aumentare la potenza del proprio contatore?

In generale, la potenza impiegata dalle utenze dell’impianto elettrico deve essere inferiore a quella del contatore. Se la potenza utilizzata dai vari apparecchi e dispositivi presenti in casa vostra supera quella stabilita nel vostro contratto di fornitura, dopo un certo periodo di tempo l’impianto elettrico salta.

Per evitare questi distacchi fastidiosi, ci sono tre soluzioni:

  1. Scegliere una stazione di ricarica con potenza massima inferiore a quella del contatore. Ad esempio: wallbox da 3,7 kW e contatore da 4,5 kW.
  2. Impostare la stazione di ricarica a valori di potenza inferiori. Ad esempio: wallbox da 7,4 kW, impostata a 5 kW e contatore da 6 kW.
  3. Usare un sistema di bilanciamento dinamico del carico, che calcola in ogni istante quanta potenza è disponibile per ricaricare il veicolo elettrico, in base al limite massimo del contatore e ai consumi delle altre utenze (forno elettrico, aria condizionata, ecc..). Tale sistema si può anche abbinare ad una delle soluzioni precedenti.

Attenzione: per installare una stazione di ricarica da 11 kW o da 22 kW, il contatore domestico deve essere trifase.

Tuttavia, ci sono casi in cui potrebbe essere necessario richiedere un aumento di potenza. Ora vi spieghiamo meglio!

Come posso richiedere un aumento di potenza del contatore?

La potenza richiesta da una colonnina di ricarica non è l’unica fonte di consumo elettrico a casa vostra, basti pensare al riscaldamento elettrico e ai vari elettrodomestici. La potenza di un forno elettrico varia da 2 kW a 2,5 kW, quella del riscaldamento e di un boiler elettrico può superare i 5 kW in una casa.

Per sapere la potenza massima già raggiunta, la cosa più semplice da fare è consultare la bolletta elettrica.

Se volete ricaricare la vostra auto e al contempo state utilizzando altri apparecchi elettrici, vi servirà un contatore la cui potenza superi la somma di tutti questi consumi.

La maggior parte di noi ricarica l’auto di notte quando gli altri dispositivi elettronici non sono in funzione. Se ricaricate di notte, spesso la potenza necessaria per ricaricare l’auto elettrica non dovrà essere così elevata.

Se ricaricate di giorno, mentre il riscaldamento elettrico è acceso, potreste dover aumentare la potenza del vostro contatore domestico. 

Per cambiare la potenza del vostro contatore, bisogna  fare richiesta al proprio fornitore di energia elettrica, oppure direttamente all’ente distributore (e-distribuzione, Unareti, Areti, ecc…), che provvederà a verificare la disponibilità di potenza nella zona e ad aggiornare la fornitura. Nella maggior parte dei casi, l’aumento di potenza è fatto da remoto, senza cambiare il contatore.

Che cos’è la sperimentazione Arera?

L’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) offre una soluzione interessante per chi ha necessità di aumentare la potenza del contatore: ha dato il via – nel 2020 – ad un’iniziativa sperimentale che permette di aumentare gratuitamente la potenza delle utenze private fino a 6,05 kW, di notte e nei giorni festivi. 

>> Approfondimento: Sperimentazione ARERA

Questo servizio è valido fino al 2023 e ChargeGuru può guidarti nella compilazione della richiesta: offriamo dispositivi compatibili con i requisiti di questa iniziativa.

 

CONSIGLI DA GURU

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