Cosa succede alle batterie auto elettriche

La Strategia Europea per la Circolarità delle Batterie al Litio

La transizione verso la mobilità elettrica è inarrestabile e rappresenta la chiave di volta del Green Deal europeo. Al centro di questa rivoluzione ci sono le batterie agli ioni di litio, che da un lato ci permettono di ridurre drasticamente le emissioni, ma dall’altro sollevano interrogativi cruciali sull’approvvigionamento di materie prime (litio, nichel, cobalto).

La domanda globale di questi elementi è destinata a crescere in modo esponenziale, creando una forte dipendenza dalle importazioni esterne. Proprio qui entra in gioco il concetto fondamentale: la circolarità della batteria.

Il messaggio cruciale da trasmettere è che, nonostante l’importanza ambientale e geopolitica del tema, il settore è già ben definito e normato, con un futuro incredibilmente promettente. L’Europa ha trasformato quella che era una potenziale sfida ambientale in una vera e propria strategia industriale. Vediamo insieme i punti principali per capire questo tema. 

Riuso Batterie al Litio: come funziona l’Energy Storage System

Quando una batteria per auto elettrica non è più in grado di garantire le prestazioni ottimali per la trazione (in genere quando la sua capacità scende sotto il 70-80% – lo State of Health o SOH), non diventa un rifiuto. Dopo un periodo che generalmente va dai 10 ai 15 anni, la batteria entra in una fase di gestione di fine vita (End of life, EOL) che segue una chiara gerarchia di sostenibilità: il riutilizzo (seconda vita) prima del riciclo.

L’opzione preferita, sia economicamente che ambientalmente, è il riuso batterie al litio in sistemi di accumulo stazionario (ESS = Energy Storage Systems).

Le batterie dismesse dai veicoli elettrici trovano una seconda vita negli ESS, dove possono immagazzinare e rilasciare energia in modo più graduale e meno stressante, prolungando la loro utilità per molti altri anni. Dare priorità al riutilizzo consente inoltre un risparmio significativo di emissioni di CO2, evitando la produzione di nuove batterie e compensando l’impronta di carbonio iniziale.

Per gestire il crescente volume di batterie che raggiungeranno la fine della loro prima vita, è in rapida crescita una rete logistica specializzata, essenziale per la raccolta sicura, la diagnosi e la riqualificazione, trasformando il potenziale problema dei rifiuti in una risorsa per la sicurezza energetica.

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Tecnologie di Riciclo delle Batterie

Solo quando la batteria non è più idonea al riutilizzo viene inviata al riciclo, un processo che sta evolvendo rapidamente per garantire il recupero dei metalli critici ad alto valore.

Le tecnologie di riciclo batterie sono in continua evoluzione e si muovono verso metodi più efficienti per recuperare i metalli (principalmente Litio, Nichel, Cobalto). Queste sono le principali tecnologie attualmente utilizzate:

  1. Pirometallurgia: La pirometallurgia è la tecnologia storicamente più diffusa. Prevede il trattamento termico delle batterie a temperature elevate per ottenere leghe metalliche. Nonostante i vantaggi derivanti dall’essere un processo collaudato e facilmente scalabile, la pirometallurgia è considerata meno sostenibile rispetto alle alternative avanzate.
  2. Idrometallurgia: È la tecnologia più promettente per gli impianti industriali su larga scala. Utilizza solventi e acidi per dissolvere i materiali e recuperarli con un’alta purezza.
  3. Riciclo Diretto: La tecnica più innovativa mira a rigenerare il catodo preservando la sua struttura chimica originale, riducendo l’impatto ambientale e il consumo energetico. L’obiettivo è ripristinare le prestazioni del materiale attivo, chiudendo il cerchio in modo quasi perfetto.

La pressione normativa europea sta indirizzando gli investimenti proprio verso il Riciclo Diretto e in generale verso tecnologie più pulite, spingendo aziende come Umicore, Stena Recycling e Northvolt a costruire megafabbriche di riciclo per garantire che i materiali recuperati ritornino nel ciclo produttivo europeo.

Normativa Europea sulle Batterie: Obiettivi e Passaporto Digitale

Il vero pilastro su cui si basa la fiducia nel futuro della circolarità delle batterie è la legislazione europea. Il Regolamento (UE) 2023/1542 sulla sostenibilità e la gestione delle batterie, in vigore da febbraio 2024, è la prova che il tema è stato affrontato con estrema serietà e lungimiranza. L’Unione Europea ha stabilito gli obiettivi di recupero materiali più ambiziosi al mondo. Entro il 2031, la quasi totalità dei metalli critici dovrà essere recuperata e reimmessa nel ciclo produttivo.

Questo regolamento non è solo una linea guida, ma un mandato vincolante che copre l’intero ciclo di vita della batteria:

  • Tracciabilità e trasparenza: entro il 2027 sarà obbligatorio il “Passaporto della Batteria”, un sistema digitale che, tramite QR Code, fornirà trasparenza sull’intera catena di valore, dall’impronta di carbonio iniziale allo stato di salute, facilitando il riutilizzo o il riciclo.
  • Obiettivi di recupero vincolanti: il Regolamento impone obiettivi ambiziosi e vincolanti sull’efficienza del riciclo e sul recupero di materiali specifici. Ad esempio, per il Cobalto e il Nichel l’obiettivo è del 90% entro la fine del 2027. Per il Litio, l’obiettivo iniziale è il 50%, ma l’UE ha già fissato target più avanzati per il 2031, forzando l’innovazione tecnologica.
  • Contenuto riciclato obbligatorio: a partire dal 2031, le nuove batterie dovranno contenere una percentuale minima di materiali riciclati (come Litio, Nichel e Cobalto). Questa misura è fondamentale perché garantisce una sostenibilità economica a lungo termine per gli operatori del riciclo.

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Il Futuro per il Riciclo delle Batterie per Elettriche

Quello delle batterie delle auto elettriche non è più un problema irrisolto di smaltimento; è un settore maturo e ben normato.

L’Unione Europea ha stabilito una chiara tabella di marcia, con obiettivi vincolanti e strumenti (come il Passaporto della Batteria e gli obblighi di contenuto riciclato) che stanno spingendo l’industria all’innovazione. La gestione di fine vita è ormai una risorsa strategica, che riduce la dipendenza dalle importazioni e garantisce che la transizione energetica europea sia non solo verde, ma anche autonoma e resiliente.